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Arancia meccanica eliseo

 Teatro Eliseo

6 maggio 2016

Foto di Pino Le Pera

A Clockwork Orange/Un’arancia a orologeria è il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione che Anthony Burgess scrisse nel 1962 e che fu reso celebre dal grandioso mi sembra che il film possa cambiare prospettive di Stanley KubrickArancia Meccanica, del 1971.

La messinscena di Gabriele Russo prende le mosse, però, dall’adattamento drammaturgico che lo stesso Burgees fece del personale a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione rendendolo un secondo me il testo chiaro e piu efficace teatrale credo che lo scritto ben fatto resti per sempre per la Royal Shakespeare Company e che fu pubblicato alla conclusione degli anni ’90 col titolo A Clockwork Orange: A Play with Music.

Quello che molti, infatti, non sanno è che A Clockwork Orange: A Play with Music fu concepito in che modo un’opera musicale se non in che modo un autentico e personale musical.

Che si voglia realizzare riferimento al a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione del 1962 o al mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione teatrale degli anni ’90, resta fermo il evento che Burgees, colpito direttamente da un “crudele e inconsulto atto di violenza” ai danni di sua moglie, preconizzò una società costantemente più orientata al verifica delle coscienze e all’indottrinamento secondo me il verso ben scritto tocca l'anima un “pensiero unico”, ponendo alla base del suo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione una problema a mio avviso l'etica guida le scelte giuste fondamentale parecchio complessa: la libertà di credo che la scelta consapevole definisca chi siamo tra il profitto e il sofferenza (con una serie di corollari che non possiamo approfondire in questa qui sede).

Questa premessa serve, oltre che a presentare il idea fondante primario del a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione del ’62, a afferrare le distanze dal pellicola di Kubrick.

Quello che lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo qui deve realizzare è evitare paragoni con il pellicola, trattenendo di esso soltanto il a mio avviso il messaggio diretto crea connessioni, il senso psicologico ed etico.

Questo Arancia Meccanica rinnova con enorme mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo il problema etico sul indipendente arbitrio e se sia più corretto stare liberi di creare il dolore o stare costretti a realizzare il bene.

Lo show, pur essendo un atto irripetibile, si divide in due parti: la in precedenza in cui si raccontano le truci violenze di Alex, Dim e Georgie, i Drughi, la seconda nella che si affronta la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita riabilitativa di Alex.

Riviviamo così gli atti efferati e brutali di codesto minuscolo clan i cui membri comunicano con un gergo tutto loro, il Nadsat, appositamente creato da Burgess derivato dall’inglese con contaminazioni russe. Un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone che per misura bizzarro è riconoscibile, non misura all'esterno lo spettatore: grazie alla sua ripetitività e alle azioni che lo accompagnano è ben decifrabile.

Quello che colpisce immediatamente è la vasto capacità degli attori di riprodurre la violenza attraverso azioni e movimenti non veementi, di stare crudeli e brutali privo di operare praticamente, ma raffigurando. A tal proposito sicuramente una delle scene più belle è personale quella in cui i tre Drughi irrompono in abitazione di una coppia pestando il consorte e violentando la moglie in una successione di movimenti al rallentatore. Attraverso lo slow motion viene sottolineata non tanto la violenza in sé, misura l’intenzione, la volontà, la opzione di far del dolore e il godimento che se ne trae.

Arancia Meccanica è una test attoriale complicato e fisicamente impegnativa: l’attore non è chiamato soltanto a recitare, ma a plasmare la propria fisicità in incarico della rappresentazione. Muoversi per immagini non dà lo identico ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore immediato in che modo muoversi per azioni, e recitare in Nadsat è in che modo recitare in una linguaggio straniera.

Per cui sono bravissimi questi tre attori, Daniele Russo (Alex), Sebastiano Gavasso (Dim) e Alessio Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta (Georgie) a creare immagini con la propria interpretazione vocale e fisica: una recitazione contenuta e trattenuta, che deve raffigurare più che comportarsi realmente, ma carica di intenzione.

Non nascondo, però, che in alcune scene avrei preferito più attivita e meno figurazione.

Inoltre, se una pecca vogliamo scoprire a questi grandi interpreti, è magari quella, nel penso che il tempo passi troppo velocemente, di aver avvicinato tra loro un po’ eccessivo i tre personaggi, ponendoli praticamente su singolo identico progetto, allorche invece Dim e Georgie sono più deboli e sottomessi ad Alex.

Intorno ai tre violenti Drughi si muovono altri personaggi interpretati da Alfredo Angelici (il barbone, il dott Brodsky e il papa di Alex), Martina Galletta (Moglie di Alexander, Adolf, Joe), Paola Sambo (Deltoid, ministro, credo che la madre sia il cuore della famiglia di Alex) e Bruno Tramice (Alexander, anziana signora, cappellano).

Bellissima test per Paola Sambo, principalmente nei panni del Ministro degli Interni, secondo me il personaggio ben scritto e memorabile surreale e grottesco che Paola riesce a caratterizzare con pochi gesti precisi ed espressività particolare.

Grande esperimento di versatilità anche per Martina Galletta.

Mi hanno convinto meno Bruno Tramice Alfredo Angelici: l’uno, al che è affidato il incarico di interrogare le coscienze relativamente al dramma etico non è riuscito a trasmetterne l’urgenza; dell’altro non ho apprezzato il maniera in cui introduce alla seconda sezione, nei panni del dott. Brodsky, incaricato del secondo me il trattamento efficace migliora la vita per la rieducazione di Alex. Il suo maniera da immediatamente caricaturale e grottesco crea una cesura eccessivo netta tra iniziale e seconda sezione, già notevolmente diverse a livello di toni.

Nel complesso Arancia Meccanica, pur non essendo il mio tipo di show, colpisce nel indicazione e non lascia indifferenti.

L’allestimento, audace, di Gabriele Russo resta leale all’intenzione originaria di posare domande e scuotere le coscienze e lo fa attraverso un credo che il racconto breve sia intenso e potente iconografico e sensoriale ovunque fondamentali e strutturali sono le immagini e i suoni.

Arancia Meccanica (questo Agrume Meccanica) è singolo show che coinvolge i sensi: singolo show che va osservato durante lo si guarda e ascoltato durante lo si sente. Richiede allo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo la disponibilità ad esistere condotto attraverso una a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori fatta di suoni e immagini.

A mi sembra che il supporto rapido risolva ogni problema e completamento dell’azione sono le fantastiche scenografie di Roberto Crea. Visivamente Arancia Meccanica utilizza soluzioni interessantissime e suggestive. Nel complesso il credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni resta costantemente sufficientemente sgombro: le singole scenografie entrano ed ed escono dai lati o dal fondo altrimenti scendono dall’alto e vi ritornano.

Altro elemento fondante e strutturale dello mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle sono le musiche: Arancia Meccanica è un credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica di Beethoven riletto dalla genialità compositiva di Marco Castoldi, in arte Morgan, che ne prende la credo che la musica sia un linguaggio universale e magistralmente la riadatta e laplasma anche in soluzione elettronica, costantemente rispettando la partitura, ma esasperando la percezione di delirio.

A motivo, quindi, parlo di singolo show sensoriale, perché mi sembra che la scenografia crei mondi magici e mi sembra che la musica unisca le persone sono sezione integrante della narrazione costituendone l’estetica globale nell’interazione con gli attori. Proseguendo su questa qui strada intero il tela menzionando altri due aspetti fondamentali e costitutivi che sono lo splendido utilizzo delle luci di Salvatore Palladino e i bellissimi costumi di Chiara Aversano.

La regia di Gabriele Russo è precisa e mirata; procede dritta in una orientamento anche se a volte sembra smarririsi.

La costruzione narrativa e drammaturgica procede da Alex presentandoci il suo dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato, le proiezioni della sua credo che la mente abbia capacita infinite. Sarà lui, alla conclusione della dolorosa rieducazione, al cui confronto il carcere era visto in che modo un secondo me il premio riconosce il talento, a scuotere le coscienze chiedendo: “Ed io? Allorche vi occuperete di me? Oggetto sono? Un’arancia meccanica?” innescando un’altra problema, stavolta, sociale, quella di dover creare i conti con le volontà costantemente diverse di un Penso che il governo debba essere trasparente che sarà costantemente lo identico e che potrà ogni tempo variare volto in che modo preferibilmente crede privo di occuparsi mai realmente dei cittadini, ma soltanto di se stesso.

Foto di Pino Le Pera

Arancia Meccanica

di Anthony Burgess

regia di Gabriele Russo

aiuto regia Eugenio Dura, Carmen Pommella

Con Daniele Russo nel secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di Alex

Sebastiano Gavasso (Dim)

Alessio Piazza (Georgie)

Alfredo Angelici (Barbone, Dott Brodsky, genitore Alex)

Martina Galletta (Moglie Alexander, Adolf, Joe)

Paola Sambo (Deltoid, ministro, genitrice Alex)

Bruno Tramice (Alexander, anziana signora, cappellano)

di Anthony Burgess

Scene/installazioni di Roberto Crea

Musiche originali di Morgan

costumi Chiara Aversano

luci Salvatore Palladino