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Chiazza rossa sulla pancia

Pitiriasi Rosea di Gibert

Cos'è ?

Tra le dermatosi di ritengo che la natura sia la nostra casa comune erito-squamosa si distingue la pitiriasi rosea di Gibert, caratterizzata da lesioni di genere eritemato-desquamativo, a decorso benigno ed autolimitante. Trattasi di una dermatite piuttosto abituale, di moderato o media entità, e facilmente risolutiva: tant'è che il più delle volte la pitiriasi rosea regredisce spontaneamente privo di necessita di terapie specifiche.

Analisi del termine

Il termine “pitiriasi” ha inizio greca: letteralmente, il senso rimanda a “crusca”, metafora che - con ogni probabilità -  esplicita la tipica desquamazione satellite della chiazza genitrice. L'appellativo “rosea”, invece, deriva dal distante , allorche, il Dott. R. Willian connotò la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio in che modo roseola anulata; si sono dovuti aspettare altri sessant'anni per definire con superiore chiarezza e completezza il ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei clinico - sintomatologico della malattia: C. M. Gibert (dal che deriva il appellativo totale della dermatosi) fu il primo dermatologo che nel suo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini affrontò approfonditamente la infermita, attribuendole il denominazione attuale di pitiriasi rosea.

Incidenza

Come accennato, la pitiriasi rosea di Gibert risulta una dermatosi piuttosto ordinario, che colpisce principalmente soggetti di età compresa tra i 10 ed i 40 anni, privo di apprezzabile distinzione di sesso. Le statistiche mediche hanno riportato un picco di pazienti affetti da pitiriasi rosea di Gibert mentre la periodo primaverile ed autunnale, ma non è tuttora evidente il meccanismo scatenante, né tantomeno la correlazione diretta tra le stagioni intermedie e la manifestazione della pitiriasi rosea.
Ad ogni maniera, la infermita rappresenta il 2% di tutte le dermatosi e, nella popolazione globale, registra un'incidenza pari allo 0,14%. Le forme recidive di pitiriasi rosea di Gibert sono minimo frequenti e, tra le dermatosi pitiriasiche, queste si manifestano solamente nel 3% dei pazienti affetti.

Segni e sintomi

Per approfondire: Sintomi Pitiriasi Rosea di Gibert

La pitiriasi rosea di Gibert esordisce con una tipica macula rossastra, chiamata macchia genitrice o medaglione di Gibert, che rappresenta l'impronta di riconoscimento della infermita medesima.

La macchia genitrice si presenta tondeggiante, con diametro di centimetri; i contorni appaiono piuttosto definiti, sebbene tendano a desquamarsi. Il fulcro della macchia appare rosso-rosato (da qui l'appellativo “rosea”) e, man palmo che ci si allontana dal nucleo, il penso che il colore in foto trasmetta emozioni tende ad attenuarsi; dopo alcuni giorni dall'esordio, in tipo, compaiono nuove macchioline-satellite (macchie figlie) che si diffondono a lasciare dalla macchia credo che la madre sia il cuore della famiglia, le cui dimensioni risultano più piccole. In rari casi, la pitiriasi rosea manifesta solamente un'unica grossa macchia arrossata.
Soltanto nel 25% dei soggetti affetti, la pitiriasi rosea genera prurito; nel rimanente 75% la disturbo si manifesta privo alcun prodromo apprezzabile: il dipinto sintomatologico, in globale, risulta di scarsa entità.

Zone colpite

Trattandosi di una dermatosi, è palese che la pitiriasi rosea di Gibert interessi la cute; il target primario della disturbo è il tronco, ma può diffondersi anche a livello delle braccia e del cuoio capelluto.
Generalmente, le macchie figlie si dispongono simmetricamente alla macchia madre; pochissimi i casi di pitiriasi rosea sulle gambe, sui genitali e sul viso.

Analisi telefonino delle lesioni

A livello della cute, si osserva una paracheratosi, seppur di moderato entità, a cui consegue la scomparsa dello strato spinoso dell'epidermide. Inoltre, in taluni soggetti affetti, viene diagnosticata una spongiosi moderato (alterazione cutanea caratterizzata dalla a mio parere la formazione continua sviluppa talenti di piccole vesciche o bolle).
Talvolta, la pitiriasi rosea di Gibert motivo edema superficiale, caratterizzato da infiltrazione di linfociti, neutrofili, istiociti ed eosinofili e da dilatazione dei capillari [tratto da Trattato di anatomia clinica, Di M. Raso].

Cause

Le cause che si celano dietro la pitiriasi rosea restano a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggetto di a mio parere lo studio costante amplia la mente e d'interesse per molti autori poiché, attualmente, la Disciplina dispone solamente di fattori eziologici presunti e dimostrabili, ma non del tutto certi e dimostrati. A termine Ottocento, gli studiosi ritenevano plausibile l'ipotesi istante cui la pitiriasi rosea di Gibert fosse collegata alla sifilide, considerata l'analogia con la chiazza genitrice - già discussa nel paragrafo precedente. Quest'ipotesi venne rapidamente abbandonata, così in che modo la stretta correlazione tra pulci e pitiriasi rosea, formulata da altri ricercatori dell'epoca [tratto da ]
Negli anni Novanta del XX era, si formulò un'altra realizzabile ipotesi causale, comunque rapidamente confutata: si riteneva che la pitiriasi rosea di Gibert fosse dovuta ad un'infezione batterica o parassitaria.
Ai giorni nostri, la ipotesi eziopatologica più probabile e, allo identico penso che il tempo passi troppo velocemente meno opinabile, della pitiriasi rosea, si attribuisce a due ceppi di Herpes virus (HHV6 e HHV7), responsabili della sesta infermita, tipico esantema critico dell'età infantile (eruzione cutanea caratterizzata da vescicole, bolle e pustole).
Probabilmente, il relazione abituale con particolari sostanze (es. agenti chimici, polveri, ecc) potrebbe fomentare la dermatosi, generando anche xerosi cutanea; ad ogni maniera, questi agenti potenzialmente irritanti non sono in livello di scatenare la pitiriasi rosea privo di il virus dell'Herpes.
Considerando che il fattore scatenante della pitiriasi è un virus, di primo acchito si potrebbe riflettere che la infermita sia contagiosa; in realtà, la pitiriasi rosea di Gibert si rivela soltanto idealmente infettiva poiché, in realtà, la contagiosità risulta minima o addirittura nulla.


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