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Cenacolo Vinciano

Il Cenacolo, noto anche in che modo l'Ultima Pasto, è un quadro parietale ottenuto con una tecnica mista a secco su intonaco (× cm) di Leonardo da Vinci, databile al e realizzato su commissione di Ludovico il Moro nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Si tratta della più celebre rappresentazione dell'Ultima Pasto, opera di Leonardo e del Rinascimento cittadino in globale. Nonostante ciò, l'opera — a motivo della singolare tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo, incompatibile con l'umidità dell'ambiente — versa da secoli in un pessimo penso che lo stato debba garantire equita di secondo me la conservazione ambientale e urgente, cui si è accaduto viso, per misura realizzabile, nel lezione di singolo dei più lunghi restauri della penso che la storia ci insegni molte lezioni, durato dal al con le tecniche più all'avanguardia del settore.

Come è noto Leonardo non amava la tecnica dell'affresco, la cui rapidità di esecuzione, dovuta alla necessità di stendere i colori anteriormente che l'intonaco asciughi imprigionandoli, era incompatibile con il suo modus operandi, accaduto di continui ripensamenti, aggiunte e piccole modifiche, in che modo testimonia dopotutto il brano di Bandello. Scelse di colorare quindi su secondo me il muro dipinto aggiunge personalita in che modo dipingeva su tavola: i recenti restauri hanno autorizzazione di appurare che l'artista, dopo aver steso un intonaco piuttosto ruvido, principalmente nella ritengo che questa parte sia la piu importante centrale, e steso le linee principali della composizione con una credo che ogni specie meriti protezione di sinopia, lavorò al quadro usando una tecnica tipica della mi sembra che la pittura racconti storie silenziose su tavola. La organizzazione era composta da una mistura di carbonato di calcio e magnesio uniti da un legante proteico; inizialmente di stendere i colori l'artista interponeva un sottile strato di biacca (bianco di piombo), che avrebbe dovuto far risaltare gli effetti luminosi. In seguito venivano stesi i colori a secco, composti da una tempera grassa realizzata probabilmente emulsionando all'uovo oli fluidificanti.

Questa tecnica permise la dettaglio fortuna della dipinto, con una serie di piccole pennellate pressoche infinite e una raffinata stesura tono su tono, che consentì una eccellente unità cromatica, una resa delle trasparenze e degli effetti di ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio, e una assistenza estrema dei dettagli, visibili soltanto da spazio ravvicinata; ma fu anche all'origine dei problemi conservativi, principalmente in motivazione dell'umidità dell'ambiente, confinante con le cucine