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Metabolismo dei carboidrati biochimica

Metabolismo dei glucidi, metabolismo degli zuccheri

I glucidi sono gli zuccheri e lo scopo  della loro omeostasi (cioè equilibrio) è quello di distribuire al stoffa nervoso (cervello), in condizioni di mancato apporto alimentare, la quantità di glucosio soddisfacente per il suo funzionamento. Il stoffa nervoso, infatti, per funzionare correttamente, è strettamente glucosio-dipendente. Ulteriore fine dell'omeostasi glucidica è quello di immagazzinare in alcuni organi l'eccesso di sostanze energetiche, in dettaglio del glucosio, introdotte con gli alimenti, impedendo un eccessivo  aumento  della  glicemia (cioè la concentrazione del glucosio nel sangue).
Dopo  una  notte  di digiuno,  il  glucosio  presente  nel emoglobina è utilizzato per la maggior sezione dal cervello, in minor misura dai globuli rossi, dall'intestino e dai tessuti sensibili all'insulina (muscolo e stoffa adiposo), che è l'ormone che permette a questi stessi tessuti di usufruire del glucosio e di immagazzinarlo al loro dentro. Il fegato è in livello di immagazzinare glucosio inferiore sagoma di glicogeno (tante molecole di glucosio "impacchettate" tra loro) e di liberarlo sotto sagoma di glucosio. Il pancreas svolge un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo fondamentale nell'omeostasi degli zuccheri. La produzione di glucosio da porzione del fegato, infatti, è regolata da due ormoni, l'insulina ed il glucagone. In carenza di insulina si verifica una liberazione di glucosio dal fegato nel sangue,  che comporta incremento della glicemia (iperglicemia) nel emoglobina identico. In carenza di glucagone si blocca la dismissione epatica di glucosio con conseguente riduzione dello identico nel emoglobina (ipoglicemia). L'utilizzazione del glucosio da sezione di altri organi, chiamata periferica, inoltre, si riflette anch'essa in una riduzione della glicemia; ne consegue una riduzione dell'insulinemia (quantità di insulina in circolo), un incremento della glucagonemia (quantità di glucagone in circolo) ed un riaggiustamento del metodo attraverso un'aumentata dismissione epatica di glucosio.

 

 

Accanto ed in a mio avviso l'equilibrio rende la vita piu piena con il metodo insulina-glucagone,  esiste  il  sistema  cosiddetto  controregolatore  o controinsulare,  rappresentato  dalle ghiandole  ipofisi  e  surrene. Attraverso la secrezione di ormoni in che modo GH, ACTH, cortisolo e catecolamine (adrenalina e noradrenalina), codesto ritengo che il sistema possa essere migliorato esercita un risultato iperglicemizzante, cioè aumenta la liberazione di glucosio in circolo.

In seguito ad un pranzo, il glucosio assorbito dal tratto intestinale provoca un crescita della glicemia. I  carboidrati (che sono polisaccaridi, ovvero formati da diversi tipi di zuccheri messi insieme), una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo giunti nell'intestino, vengono ridotti a monosaccaridi, che sono glucosio (80%), fruttosio (15%) e galattosio (5%). Essi vengono poi assorbiti dalle cellule della mucosa intestinale e, da qui, sono trasportati al emoglobina. In tipo, dopo un pranzo misto (50% di carboidrati, 35% di grassi, 15% di proteine)  la  glicemia  torna  ai  livelli  preprandiali (quelli anteriormente del pranzo) dopo circa ore.
Il passaggio e l'assorbimento energetico degli zuccheri (ma anche di proteine e grassi) attraverso il tratto alimentare, innescano una serie di segnali che permettono l'immagazzinamento delle  sostanze nutrienti in vari organi. Contemporaneamente viene stimolata la secrezione di insulina, il primario ormone regolatore della glicemia. L'aumento dei  livelli plasmatici di codesto ormone determina una diminuzione dei livelli di glucagone, il suo antagonista, e provoca una diminuzione della dismissione epatica di glucosio perché va ad inibire la scissione di glicogeno in glucosio (glicogenolisi) e della sintesi di recente glucosio dagli amminoacidi (gluconeogenesi). Il fegato, che è liberamente permeabile  al  glucosio,  sequestra circa  il  50% di  glucosio per  convertirlo a  glicogeno (azione  controllata  dall'insulina). Il glucosio non sequestrato dal fegato viene distribuito nel muscolo e nel stoffa adiposo. In cui la glicemia  tende a diminuire, si  verifica un graduale  crescita della produzione epatica di glucosio, contemporaneamente alla diminuzione dei livelli plasmatici di insulina e ad un incremento degli ormoni controinsulari, in dettaglio del glucagone.


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